L'arte che celebra il territorio, la comunità e il futuro

Il monumento
Volontà di
Credere

Innovazione e fiducia nel domani
L'arte che celebra il territorio, la comunità e il futuro

Il monumento
Volontà di
Credere

Innovazione e fiducia nel domani

Volontà di Credere

Scultura monumentale raffigurante una “V” stilizzata, si configura come un’opera dal forte valore simbolico e identitario. Collocata all’ingresso della città di Valdobbiadene nel maggio 2024 in via Erizzo, essa si erge a dieci metri d’altezza, delineando una nuova visione del rapporto tra arte, territorio e comunità.

Quest’opera non è soltanto una testimonianza estetica: essa rappresenta un atto di fiducia nel futuro, una dichiarazione di intenti che intreccia memoria, appartenenza e aspirazione. La sua presenza segna un punto di svolta nell’immaginario urbano, ponendosi come nuovo riferimento iconografico per Valdobbiadene e per l’intera Regione Veneto.

L’Amministrazione comunale di Valdobbiadene, in sinergia con le istituzioni culturali del territorio, riconosce in “Volontà di Credere” un elemento fondante della propria narrazione contemporanea. Per tale ragione, si impegna a promuoverne l’immagine in tutte le iniziative di respiro nazionale e internazionale, contribuendo così a rafforzare il profilo culturale della città e del Veneto nel panorama artistico globale.

Il progetto “Volontà di Credere” – Origine e significato

L’ispirazione alla base del progetto nasce dall’ingegno del Maestro Simon Benetton, artista di fama internazionale, il quale plasma il ferro con la stessa dedizione e maestria con cui il viticoltore modella la vite: con cura, pazienza, attenzione, accompagnandola nella crescita verso l’eleganza della forma compiuta.

La scultura monumentale “Volontà di Credere” si sviluppa

attorno a un nucleo centrale da cui si diramano cinque “V”, ciascuna simbolicamente associata a un concetto fondante dell’identità locale e universale: Vite, Vita, Vino, Veneto, Valdobbiadene, Cinque parole, una visione: la “Volontà di Credere”.

L’opera richiama visivamente e concettualmente la pianta della vite. Il tronco principale, che affiora dalla terra, rappresenta la germinazione, ovvero l’origine della vita e delle radici. Nella parte superiore, la scultura si apre in eleganti tralci i “cavi della vite” che, attraverso movimenti semicircolari, si distendono come un ventaglio, alludendo alla generosa offerta del frutto.

In questa sezione, otto elementi a mezzaluna rappresentano simbolicamente le storiche località di Valdobbiadene: Bigolino, Guia, San Pietro di Barbozza, Santo Stefano, San Floriano, San Vito, San Giovanni e Cartizze. Ogni frazione diviene così parte integrante di un racconto scultoreo che unisce territorio, comunità e natura.

L’opera, inoltre, cela un raffinato segreto: è progettata per interagire armoniosamente con l’ambiente circostante. Accarezzata dal vento che solca le colline della Valdobbiadene Docg, la scultura vibra, si anima, entra in simbiosi con la natura, rievocando il movimento della vite, pianta sacra a Bacco, colma di foglie e grappoli.

Questo dialogo tra scultura e paesaggio genera un gioco di vibrazioni, luci e ombre, capace di evocare le suggestioni che l’uomo avverte tra i filari: un’esperienza sensoriale e spirituale che celebra l’intreccio tra arte e ambiente.

L’opera trova collocazione in una rotonda di quaranta metri situata all’ingresso della città, progettata per accogliere i turisti, rendendo l’installazione accessibile e parte integrante dell’accoglienza del territorio.

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Valdobbiadene e il Veneto

Valdobbiadene e il Veneto possono così brindare simbolicamente alla Vita, ritrovandosi uniti sotto un segno unico, innovativo e condiviso, che coniuga arte, storia, tradizione e progresso. Il progetto “Volontà di Credere” rappresenta un’occasione irripetibile per proiettare la comunità valdobbiadenese e l’intera regione su scala internazionale, attraverso un emblema artistico di altissimo valore culturale.
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